mercoledì 11 gennaio 2012

Miracolo di Loppiano: da un Natale “nero” a un Anno meravigliosamente Nuovo by Ali Nnaemeka Cornelius


Quest’anno ho celebrato il Natale col cuore infranto per i massacri perpetrati in Nigeria, mio Paese di origine, a danno dei cristiani. Il 28 dicembre sono quindi partito per la cittadina di Loppiano col cuore colmo di tristezza. Ma a Loppiano, dal primo giorno all’ultimo, abbiamo potuto fare, tra noi tutti, l’esperienza di unità e di comunione che costituiscono il centro del messaggio del Movimento dei Focolari e del carisma che Chiara Lubich, sua Fondatrice, ha ricevuto e trasmesso.
La comunione dei cuori fu resa possibile dal clima di ascolto profondo che c’era tra noi e dalla diversità delle nostre rispettive Famiglie religiose.  Il nostro gruppo dei genre era composto da un sacerdote salesiano, da quattro frati delle tre Famiglie francescane e da noi due oblati. Sul posto, abitavamo nella casa chiamata Claritas, dove vivono sei altri religiosi di cinque diverse Congregazioni. Durante il nostro soggiorno, abbiamo ascoltato alcune conferenze di Chiara sull’Unità che Gesù ha chiesto al Padre per i suoi discepoli e sull’Abbandono che Egli ha vissuto sulla Croce e che di tale unità è sorgente e condizione. Le parole di Chiara e le esperienze che man mano hanno condiviso con noi le Famiglie, i GEN e i Focolarini che, circa un  migliaio, popolano la cittadina di Loppiano, mi hanno ridato speranza in un domani migliore non solo per la mia Nigeria, ma per il mondo intero.
Da allora, vedo in una luce tutta nuova l’evento meraviglioso del Natale del Signore e ho cominciato in maniera “trionfale” questo Nuovo Anno che mi riserverà tante sfide positive, mi farà incontrare tantissimi fratelli e sorelle da amare e mi permetterà di vivere con ancor più pienezza la mia vocazione di religioso. Ho potuto così toccar con mano che il Signore è capace di trasformare un Natale rosso-sangue in un Anno Nuovo tutto “trionfale”. 

lunedì 2 gennaio 2012

Parola di vita: Gennaio 2012

«Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio» (Col 3,1).
 
Queste parole, rivolte da san Paolo alla comunità di Colossi, ci dicono che esiste un mondo, nel quale regna l’amore vero, la comunione piena, la giustizia, la pace, la santità, la gioia; un mondo dove il peccato e la corruzione non possono più entrare; un mondo dove la volontà del Padre è perfettamente compiuta. È il mondo al quale appartiene Gesù. E’ il mondo che egli ha spalancato a noi con la sua risurrezione, passando attraverso la dura prova della passione.
«Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio.»
A questo mondo di Cristo, dice san Paolo, noi non soltanto siamo chiamati, ma già apparteniamo. La fede ci dice che mediante il battesimo noi siamo inseriti in lui e, perciò, partecipiamo della sua vita, dei suoi doni, della sua eredità, della sua vittoria sul peccato e sulle forze del male: siamo infatti risorti con lui.
Ma, a differenza delle anime sante che hanno già raggiunto il traguardo, la nostra appartenenza a questo mondo di Cristo non è piena e svelata; soprattutto non è stabile e definitiva. Fino a che ci troviamo su questa terra noi siamo esposti a mille pericoli, difficoltà e tentazioni, le quali possono farci tentennare, possono frenare il nostro cammino o addirittura deviarlo verso false mète.
«Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio.»
Si comprende allora l’esortazione dell’Apostolo: «Cercate le cose di lassù». Cercate di uscire non già materialmente, ma spiritualmente da questo mondo; abbandonate le regole e le passioni del mondo per lasciarvi guidare in ogni situazione dai pensieri e dai sentimenti di Gesù. “Le cose di lassù”, infatti, stanno ad indicare la legge di lassù, la legge del Regno dei cieli, che Gesù ha portato in terra e vuole che realizziamo fin da ora.
«Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio.»
Come vivere allora questa Parola di vita? Essa ci sprona a non accontentarci di una vita mediocre, fatta di mezze misure e compromessi, ma a conformarla, con la grazia di Dio, alla legge di Cristo.
Ci spinge a vivere e ad impegnarci a testimoniare nel nostro ambiente i valori che Gesù ha portato sulla terra: potrà essere lo spirito di concordia e di pace, di servizio ai fratelli, di comprensione e di perdono, di onestà, di giustizia, di correttezza nel nostro lavoro, di fedeltà, di purezza, di rispetto verso la vita, ecc.
Il programma, come si vede, è vasto come la vita; ma per non rimanere nel vago, attuiamo in questo mese quella legge di Gesù che è un po’ il sunto di tutte le altre: vedendo in ogni fratello Cristo, mettiamoci al suo servizio. Non è poi questo che ci sarà chiesto al termine della nostra esistenza?
Chiara Lubich