giovedì 18 ottobre 2012

L'esperienza di Fra Andrea col gruppo per un Mondo Unito

Sabato 13 e Domenica 14 Ottobre, sono andato in pellegrinaggio a Sassello (Savona), paese natale della Beata Chiara Luce Badano, insieme ad un gruppo di 60 Giovani di Roma!
Il pellegrinaggio è stato organizzato dai Giovani per un Mondo Unito, realtà dell'Opera di Maria che vede uniti giovani di tutto il mondo, di tutte le fedi e anche di convinzioni non religiose, col comune ideale di fare dell'umanità una famiglia: di realizzare il mondo unito, vivendo la regola d'oro: "fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te".
Insieme a 60 giovani di questo movimento, anche io e i due nostri novizi, siam voluti andare da una testimone: Chiara Luce! Una ragazza che ha creduto all'ideale del mondo unito e che ha saputo vivere l'amore e la gioia che questo impegno comporta, anche nel dolore, trasformando tutto in amore e trasformando, così, il mondo intorno a Lei!
Una giovane, morta a 18 anni, che ha gridato con la sua vita che vivere l'amore è possibile, che amare è fonte di gioia anche nella malattia, che è amare il vero senso della vita! Una giovane che amava i giovani! Una giovane che, alla fine della vita, ha detto "Voglio lasciare la mia fiaccola ai giovani, come alle Olimpiadi. Io ho fatto la mia corsa, ora tocca a loro! I giovani hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene!".
Sono stati due giorni splendidi, fra video su Chiara Luce, testimonianze di ragazzi che hanno trovato il senso della propria vita grazie a lei, momenti di riflessione e incontri con i testimoni diretti. E' venuta a parlarci Aldina, che l'ha conosciuta molto bene, e abbiamo avuto un incontro, del tutto provvidenziale (non era programmato), con Ruggero: il papà di Chiara Luce, che si è fermato con noi una ventina di minuti.
Abbiamo anche avuto un'ora di cielo davanti alla tomba di Chiara Luce.
Si è respirata, in questi due giorni, un'aria veramente soprannaturale, un'atmosfera bella e gioiosa, giovanile, ma tutta protesa a fare la volontà di Dio, a realizzare, a partire da noi, la fraternità universale!
Torniamo a casa con una consegna: la fiaccola di Chiara Luce, da portare, correndo con entusiasmo, a tutti i giovani del mondo.
In unità,
Fra Andrea Patanè, FFm

venerdì 12 ottobre 2012

Lettere del Padre Carlos: Riprendiamo i nostri incontri

Carissimi:
            Il  30 Settembre scorso ci siamo visti nella casa a via Lepanto, alcuni di quelli che vogliamo condividere la nostra vita di consacrati alla luce della spiritualità del Movimento dei Focolari.
Dopo un bel scambio, in cui Ali ci ha parlato della sua esperienza vissuta nel Gen-fest di Budapest (e di vedere un piccolo filmato sullo stesso) abbiamo parlato di riprendere in questo corso i nostri incontri mensili. 

Ancora non abbiamo deciso il programma  (dobbiamo farlo fra tutti) ma ci siamo dati un primo appuntamento per la Domenica 21 Ottobre, dalle 3,30-3,45 alle 6.00 – 6,15 nel pomeriggio.
            Il posto, come sempre è  Via degli Scipioni 265 (accanto alla fermata della metropolitana “Lepanto”) , Interno 3 (primo piano).
In tanto vi spedisco il PPS della Parola di vita del mese di Ottobre.
(Anche se, come sapete, lo trovate sempre nel nostro blog: http://genreroma.blogspot.it/2012/10/parola-di-ottobre-2012-sulla-tua-parola.html
Un saluto di cuore e ... a presto.
Carlos Garcìa Andrade  cmf.

Parola di Ottobre 2012 : «Sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5,5).


«Sulla tua parola getterò le reti» (Lc 5,5).

Gesù, quando finì di insegnare, seduto sulla barca di Simone, disse a lui e ai suoi compagni di gettare le reti in mare; e Simone, pur affermando che tutta la notte avevano faticato invano, soggiunse: «Sulla tua parola getterò le reti».
E, gettatele, furono talmente ripiene di pesci che si rompevano. Vennero allora dei compagni ad aiutarlo e riempirono essi pure le barche a tal punto che quasi affondavano. Simone, assai stupito, come lo erano anche Giacomo e Giovanni suoi compagni, si gettò allora ai piedi di Gesù, pregandolo di allontanarsi da lui peccatore. Ma Gesù gli disse di non temere: da quel momento sarebbe diventato pescatore di uomini. E da quell’istante, Simone, Giacomo e Giovanni divennero suoi discepoli.
Questo è il racconto della pesca miracolosa, che simboleggia la futura missione degli apostoli. Il comportamento di Pietro è modello non solo per gli altri apostoli e per coloro che gli succederanno, ma anche per ogni cristiano.

«Sulla tua parola getterò le reti».

Dopo una notte infruttuosa, Pietro, esperto nella pesca, avrebbe potuto sorridere e rifiutarsi di accettare l’invito di Gesù a gettare le reti di giorno, momento meno propizio. Invece, passando oltre il suo ragionamento, si fidò di Gesù.
È questa una situazione tipica attraverso la quale anche oggi ogni credente, proprio perché credente, è chiamato a passare. La sua fede, infatti, è messa alla prova in mille modi.
Seguire Cristo significa decisione, impegno e perseveranza, mentre in questo mondo in cui viviamo tutto sembra invitare al rilassamento, alla mediocrità, al “lasciar perdere”. Il compito appare troppo grande, impossibile a raggiungersi, e fallito in anticipo.
Occorre allora la forza di andare avanti, di resistere all’ambiente, al contesto sociale, agli amici, ai mass-media.
È una prova dura da combattere giorno per giorno, o meglio ora per ora.
Ma, se la si affronta e la si accoglie, essa servirà a farci maturare come cristiani, a farci sperimentare che le straordinarie parole di Gesù sono vere, che le sue promesse si attuano, che si può intraprendere nella vita un’avventura divina mille volte più affascinante di quante altre ne possiamo immaginare, dove possiamo essere testimoni, ad esempio, che mentre nel mondo la vita è spesso così stentata, piatta ed infruttuosa, Dio ricolma di ogni bene chi lo segue: dà il centuplo in questa vita, oltre alla vita eterna. È la pesca miracolosa che si rinnova.

«Sulla tua parola getterò le reti».

Come mettere in pratica allora questa Parola?
Facendo anche noi la scelta di Pietro: «Sulla tua ‘parola’…». Aver fiducia nella sua Parola; non mettere il dubbio su ciò che Egli chiede. Anzi: basare il nostro comportamento, la nostra attività, la nostra vita sulla sua Parola.
Fonderemo così la nostra esistenza su ciò che vi è di più solido, sicuro, e contempleremo, nello stupore, che proprio là dove ogni risorsa umana viene meno, Egli interviene, e che là, dove è umanamente impossibile, nasce la vita.
Chiara Lubich

[1]  Pubblicata in Città Nuova, 1983/2, pp. 40-41.