lunedì 12 marzo 2012

Parola di vita marzo 2012

«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68).
Alle folle che accorrevano, Gesù parlava del Regno di Dio. Lo faceva con parole semplici, con parabole tratte dalla vita di ogni giorno, eppure il suo parlare aveva un fascino tutto particolare. La gente rimaneva colpita dal suo insegnamento perché insegnava loro come uno che ha autorità, non come gli scribi. Anche le guardie andate per arrestarlo, quando i sommi sacerdoti e i farisei le interrogarono perché non avevano eseguito gli ordini, risposero: «Mai un uomo ha parlato come parla quest’uomo»[1].
Il Vangelo di Giovanni riporta anche colloqui di luce con singoli, come Nicodemo o la samaritana. Gesù va ancora più in profondità con i suoi apostoli: parla apertamente del Padre e delle cose del Cielo, senza più fare uso di similitudini; ne sono conquistati, e non indietreggiano neppure quando non comprendono appieno le sue parole, oppure quando esse sembrano troppo esigenti.
«Questo linguaggio è duro»[2], gli dissero alcuni discepoli quando sentirono che avrebbe dato loro da mangiare il suo corpo e da bere il suo sangue.  Gesù, vedendo che i discepoli si tiravano indietro e non andavano più con lui, si rivolse ai 12 Apostoli: «Forse anche voi volete andarvene?»[3]
Pietro, ormai avvinto a lui per sempre, affascinato dalle parole che gli aveva sentito pronunciare dal giorno che lo aveva incontrato, rispose a nome di tutti:
«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna»

Uno sguardo al passato per intravedere il futuro, illuminando il presente


          Questa frase potrebbe sintetizzare l’esperienza che abbiamo fatto la Domenica 26 Febbraio, nel nostro incontro mensile per i giovani religiosi interessati all’unità. In realtà siamo stati in pochi, (in 9), ma – questo si sa –, dipendiamo tanto degli impegni che ognuno ha nella rispettiva comunità, che scarse volte riusciamo a vederci tutti lo stesso giorno.
          Ma nella prima ora siamo arrivati fino a 10, e nella seconda fino a 14. La spiegazione è semplice. Nella prima ora è stato con noi P. Ermanno Rossi op. per raccontarci, in vivo, sui primi contatti che i religiosi hanno avuto con il Movimento dei Focolari. Lui era tra questi. Tramite due filmati ci siamo affacciati a questi primi anni del Movimento. Nel primo abbiamo potuto sentire Igino Giordani, questo deputato italiano che ha conosciuto Chiara nel 1948 ed è rimasto così affascinato dell’ideale dell’unità fino al punto di diventare il primo focolarino sposato. Anche abbiamo fatto un piccolo assaggio delle prime Mariapoli, l’incontro estivo caratteristico del Movimento, che, dal 1949-1959 si faceva nei Dolomiti italiani, ma dopo si sono moltiplicati in tutte le nazione dove il Movimento arriva. Dopo, P. Novo, in un altro filmato ci ha raccontato come i religiosi hanno avuto l’opportunità di prendere contatto col Movimento, appena nato e sono stati presi di questa vita dell’unità e del Vangelo.
            Si capisce che, in quei anni, molto prima del Concilio Vaticano II la proposta di una esperienza di comunione tra tute le vocazioni era così nuova, così travolgente, che tanti di questi religiosi, al contatto con questa esperienza hanno visto rinnovarsi fino in fondo la propria vocazione. Questo ci ha comunicato P. Ermanno che anche ci ha lasciato dei belli materiali per approfondire queste realtà.
            Nella seconda ora sono stati con noi quattro giovani (due ragazze e due ragazzi) del Movimento Gen, la seconda generazione del Movimento dei Focolari. Hanno voluto presentarci l’esperienza che stanno preparando per questo estate, dal 31 Agosto al 3 Settembre a Budapest: Un Gen-Fest, intitolato “Let’s bridge” (lanciare ponti) e cioè un incontro per tutti i giovani di 18 ai 31 anni, che vogliano lavorare per l’ideale dell’unita e della fraternità nel mondo. Un breve filmato
  Ci hanno presentato in uno sguardo veloce edizioni anteriori del Gen-Fest (dal primo, nel 1973, all’ultimo, nel 2000), e  ci hanno raccontato come pensano di lanciare questo evento. 
Un altro filmato ci ha fatto vedere lo spot che i giovani hanno preparato per diffonderlo.